\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Col sopraggiungere degli anni Sessanta si vanno affermando un poÆ dappertutto quei movimenti (comunemente definiti ônuovo cinema
ö), che si contrappongono programmaticamente alla cinematografia tradizionale; loro caratteristiche principali sono il rifiuto dei tradizionali canoni del racconto cinematografico, la sperimentazione di tecniche nuove (per esempio, il piano-sequenza al p
osto del montaggio a stacchi brevi), un maggiore impegno sociale e la ricerca di un sistema di diffusione alternativo, indipendente dai condizionamenti commerciali.\par
In Francia si form≥ (attorno al critico A. Bazin e alla rivista \i Cahiers du CinΘma
\i0 ) il movimento della \i nouvelle vague\i0 , che comprendeva autori piuttosto diversi tra loro e che assai presto presero strade divergenti, accomunati per≥ dalla ricerca di uno stile pi∙ cinematografico e meno letterario (rifacendosi pertanto come mo
delli a Renoir, Rossellini, Bresson, Hitchcock); tra questi: C. Chabrol, F. Truffaut, A. Resnais, J.-L. Godard, J. Rivette, L. Malle, E. Rohmer.\par
Contemporaneo alla \i nouvelle vague \i0 francese Φ il movimento del \i free cinema \i0 inglese (paralle
lo a quello degli ôarrabbiatiö in letteratura), costituito da giovani registi che, continuando (e in parte criticando) la scuola documentaristica di Grierson, realizzarono dapprima documentari sulla vita delle classi popolari inglesi e quindi film pi∙ o
meno duramente polemici nei confronti del sistema; tra questi: il critico e regista L. Anderson, K. Reisz, T. Richardson, J. Schlesinger. Risultati di maggior valore conseguirono due registi americani trasferitisi a Londra: J. Losey, che analizza con uno
stile rigoroso e personale i rapporti umani allÆinterno di una societα profondamente divisa in classi, e S. Kubrick, egualmente impegnato in unÆopera di riflessione sulla societα moderna.\par
In Svezia, a fianco dellÆopera di I. Bergman, che nella sua
vasta produzione (in cui spazia da temi metafisici ai problemi della coppia, a riflessioni sullÆarte, a temi schiettamente lirici) ha saputo dar vita a un raffinato stile personale, sono presenti fermenti di novitα nellÆattivitα di registi maggiormente p
oliticizzati, quali B. Widerberg, V. Sj÷man, J. Troell.\par
In Germania, ôlibertα dalle esperienze convenzionali, dalle coercizioni dellÆindustria, dalle influenze di gruppi esterniö Φ alla base dello \i Junger deutscher Film \i0 di cui A. Kluge, J.-M.
Straub, V. Schl÷ndorff, P. Fleischmann appaiono le personalitα pi∙ interessanti. Impegno, revisione di storiografie e valori ufficiali, coraggiosa sperimentazione di intrecci e linguaggi contraddistinguono in Cecoslovacchia la \i novß vlna \i0 nella qual
e troviamo V. Chytilova, J. Nemec, J. Jres, J. Menzel, E. Schorm, I. Passer, S. Uher e, soprattutto, M. Forman (in seguito trasferitosi negli Stati Uniti dÆAmerica). La liberazione da ogni forma di colonialismo, la denuncia sociale, un profondo legame co
n le tradizioni nazionali sono alla base, in Brasile, del \i cinema n⌠vo\i0 di N. Pereira, G. Rocha (il maggiore teorico e autore), L. Hirszman, R. Guerra, P. C. Saraceni, C. Diegues.\par
BenchΘ tutti questi movimenti siano fenomeni dÆavanguardia di pi
∙ o meno rapida integrazione nella logica del mercato, sono tuttavia forse da considerare lÆultima significativa esplosione di ricerca formale, produttiva, ideale ovvero, anche, lÆultima grande reazione del mondo del cinema in un sistema di comunicazioni
di massa segnato dallÆegemonia televisiva. Le acquisizioni, tuttavia, sono profonde: lÆinflusso di una messa in scena basata sullÆunicitα dellÆinquadratura senza montaggio (il piano-sequenza) che trova nel cinema dellÆungherese M. Jancs≤ e del greco T.
Anghelopulos unÆapplicazione ossessiva e rituale; la continua sperimentazione percettiva e la ricerca documentaria del \i new American cinema \i0 e dellÆ\i underground \i0 di J. Mekas, R. Kramer, S. Brakhage, A. Warhol, K. Anger (che affiorerα spesso nel
cinema statunitense del decennio successivo); soprattutto la pratica di un cinema dÆautore capace di comunicare conoscenze, emozioni e idee prima di annullarsi nella ricerca dellÆintrattenimento.\par
Tutto ci≥ crea le condizioni di crescita o sviluppo
di numerosi registi come i polacchi A. Wajda, R. Polanski, J. Skolimovski, K. Zanussi, gli ungheresi A. Kovßcs e I. Szab≤, i giapponesi N. Shima, S. Imamura, S. Terayama, Y. Yoshida, gli svizzeri A. Tanner e C. Goretta, gli spagnoli C. Saura e L. Berlang
a, il portoghese M. de Oliveira, lo iugoslavo D. Makavejev, il canadese M. Snow, i cileni M. Littin e R. Ruiz, il boliviano J. SanjinΘs, il messicano A. Ripstein, il filippino L. Brocka, L. J. Peries dello Sri Lanka, D. Mehrjui e S. Shadid-Saless dellÆIr
an e, infine, per la cinematografia sovietica S. Pardzanov, T. Abuladze, W. Suksin, M. Chuciev, J. Sepit┤, O. Ioseliani, E. e G. Sengelaja, A. Koncalovskije, in particolar modo, A. Tarkovskij.\par
In Italia, dove tali tendenze sono rappresentate da E. O
lmi, M. Ferreri, P. P. Pasolini, M. Bellocchio, B. Bertolucci, i fratelli P. e V. Taviani, si perfeziona intanto la commedia di costume, ricco caleidoscopio grottesco e satirico in cui si rispecchiano (grazie ad autori-attori come A. Sordi, N. Manfredi,
U. Tognazzi, V. Gassman) le rapide trasformazioni di una societα che da contadina diventa industriale. Tra i pi∙ versatili registi della commedia troviamo M. Monicelli, D. Risi, L. Comencini, oltre a P. Germi e A. Pietrangeli, in cui non mancano venature
di scetticismo; sul tracciato di un cinema di denuncia e indagine politica e sociale lavorano invece G. Pontecorvo, F. Rosi, E. Petri. Va inoltre ricordato il cinema di V. Zurlini ed E. Scola, F. Maselli e M. Bolognini, V. De Seta e N. Loy e, nellÆambit
o del cosiddetto western allÆitaliana, S. Leone e, del genere giallo, D. Argento.\par
Gli anni Sessanta sono caratterizzati anche da un autentico interesse per lÆemergere di nuove cinematografie, da quella indiana (che vanta autori come S. Ray e M. Sen)
, a quella cubana (con registi come T. G. Alea e J. G. Espinosa), a quella cinese (dal vastissimo mercato sin dagli anni Trenta e Quaranta), mentre talune novitα interessanti provengono dallÆAfrica, laddove la cinematografia sta compiendo i passi inizial
i (il primo lungometraggio Φ del 1955 e del 1963 Φ il notevole \i Borom Saret \i0 del senegalese U. Sembene). Tra i paesi arabi si segnala soprattutto lÆEgitto con registi come Y. Chanine, S. Abu Seif, T. Salah, mentre in Turchia, dove emerge A. Yilmaz,
la cinematografia Φ presente sin da prima della guerra.\par
Negli anni Settanta la cinematografia degli Stati Uniti dÆAmerica conosce un profondo rinnovamento grazie alle produzioni indipendenti e ad autori come J. Cassavetes, D. Hopper, R. Altman, W. A
llen, P. Bogdanovich, F. Coppola, B. De Palma, S. Peckinpah, A. Penn, A. Pakula, W. Friedkin, S. Pollack, B. Rafelson, M. Scorsese, P. Kaufman, M. Cimino. Sono costoro a ricodificare profondamente i modelli della finzione cinematografica (ripensando e ri
elaborando inesauribilmente il cinema classico) e a mettere a punto complesse rappresentazioni della realtα contemporanea che risentono dellÆinfluenza europea, istituendo inoltre un nuovo star system (A. Pacino, R. De Niro, D. Hoffman, J. Fonda, R. Redfo
rd) che integra con abilitα i maggiori attori delle generazioni precedenti (M. Brando, P. Newman, R. Mitchum).\par
In Italia gli anni Settanta vedono i \b \cf4 \ATXht15311 grandi autori del dopoguerra\b0 \cf0 \ATXht0 dare ancora salda testimonianza del
la propria presenza: da De Sica (\i Il giardino dei Finzi Contini\i0 , 1971) a Rossellini che inizia a sperimentare programmi storico-didattici per la televisione; da Visconti (\i Morte a Venezia\i0 , 1971) a Fellini (\i Amarcord\i0 , 1973), ad Antonioni
(\i Professione\i0 : \i reporter\i0 , 1975), mentre giungono a maturitα espressiva, sulla scia delle utopie liberatorie del decennio precedente, registi come Bertolucci (\i Ultimo tango a Parigi\i0 , 1972) e Ferreri (\i La grande bouffe\i0 , 1973). Anch